ARTICOLI PER DISSUADERE LE DONNE AD ABORTIRE E ARTICOLI CHE INDICANO I METODI CONTRACCETTIVI E ARTICOLI CHE SPIEGANO QUESTO IN TERMINI CRISTIANI.

lunedì 10 novembre 2008

Una rivoluzionaria diagnosi per-concepimento evita le indagini sull'embrione

Una rivoluzionaria diagnosi per-concepimento evita le indagini sull'embrione



7/11/2008 - L'ANNUNCIO AL CONGRESSO DEI GINECOLOGI: «FRUTTO DI RICERCHE PRIVATE, L'UNIVERSITÀ NON HA FONDI»

Nasce il bebè "politicamente corretto"


DANIELA DANIELE

ROMA
E’ una femminuccia ed è nata, a ottobre, a Rieti. Una bimbetta sana, concepita con una tecnica di procreazione assistita destinata a gettare un ponte tra scrupoli etici ed esigenza scientifica.

Non c’è stata quell’indagine sull’embrione che fa accapponare la pelle al mondo cattolico, ma la certezza «al 99,9 per cento» di far nascere una creatura sana i genitori l’hanno avuta lo stesso. La loro esperienza, fanno sapere i ginecologi riuniti a Roma nel loro annuale congresso, è per ora unica al mondo. E potrebbe anche ridurre il turismo della cicogna all’estero, dove le leggi sono meno restrittive. Il merito è tutto di una ricerca italiana.

Si chiama «Diagnosi genetica pre-concepimento». Realizzata da ricercatori romani, consente alle coppie portatrici di malattie genetiche o cromosomiche di concepire figli sani, in provetta, senza ricorrere a quello che è ed è stato uno dei punti più discussi della legge 40 sulla fecondazione assistitita: la selezione dell’embrione. L’annuncio è stato dato da Massimo Moscarini, presidente dei ginecologi universitari (Agui), Francesco Fiorentino, biologo molecolare, direttore del Laboratorio Genoma di Roma, e Donatella Caserta, dell’Università La Sapienza, che hanno elaborato la metodica.

Come funziona? Il procedimento consiste nello studio dell’ovocita, prima che sia fecondato dallo spermatozoo. Con questa tecnica si aiutano le coppie nelle quali la donna è portatrice di malattie genetiche come talassemia, la fibrosi cistica e la distrofia muscolare oppure in quelle dove la donna, vista l’età avanzata, rischia di concepire un figlio con la sindrome di Down.

Soltanto nel caso l’aspirante mamma abbia questi problemi è possibile agire? «Sì - risponde il professor Moscarini -. Ma parliamo di una situazione che riguarda il 95 per cento dei casi di patologie genetiche». Si potrà fare la stessa cosa con gli spermatozoi? «Per ora è tecnicamente impossibile. Verrebbero distrutti».

La metodica, però, non è ancora a disposizione della Sanità pubblica. «Purtroppo - continua il ginecologo - l’Università non ha fondi per questa ricerca e quindi dobbiamo ricorrere ai privati. Ma il nostro scopo è proprio quello di renderla, al più presto, alla portata di tutti».

Francesco Fiorentino e Donatella Caserta spiegano, poi, che la diagnosi genetica pre-concepimento mira a a selezionare gli ovociti nei quali sia assente l’anomalia genetica materna, in modo da produrre embrioni sani. «Questo procedimento - dice Fiorentino - è realizzato eseguendo l’analisi genetica dell’ovocita, mediante biopsia del primo globulo polare (1PB), prima della sua fertilizzazione, e quindi prima che si sia formato l’embrione. Con tale procedura possono essere diagnosticati tutti i tipi di malattie genetiche e cromosomiche a trasmissione materna».

La legge 40 impedisce la selezione a fini eugenetici e cioè non consente di selezionare gli embrioni che dovessero risultare affetti da malattie genetiche. Un pesante handicap per quelle coppie che rischiano di procreare figli non sani e che, spesso, decidono di recarsi all’estero, principalmente in Spagna, in centri dove, invece, la diagnosi e la selezione degli embrioni sono consentite.


http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/scienza/grubrica.asp?ID_blog=38&ID_articolo=1027&ID_sezione=243&sezione=News

mercoledì 16 gennaio 2008

PASTORE LUCA ADAMO-CASTITA' PREMATRIMONIALE

Penso che come predicatore sia doveroso toccare anche questi temi.

Ho letto e sentito in giro delle varie proposte per rendere "sicuro" il sesso, soprattutto quello che purtroppo oggi viene praticato anche dagli adolescenti. Sembra che la preoccupazione dei giovani di oggi sia quella di poter praticare il sesso fuori dal matrimonio, senza però rischiare (si, questo è il termine che si usa spesso, rischiare) una gravidanza indesiderata. E quindi, ecco proliferare i metodi più diversi per poter praticare il sesso cosiddetto sicuro. Si tratta di metodi piuttosto noti che non occorre certo elencare.

Quello che invece non è affatto noto è che anche la Bibbia, udite udite, offre un sistema per rendere sicuro, ma sicuro davvero, il sesso al di fuori dal matrimonio.

Si, perchè anche Dio ha una propria opinione, un proprio metodo se così vogliamo chiamarlo, riguardo la pratica del sesso tra un uomo e una donna che non sono sposati tra loro.

E' lo stesso metodo che noi predicatori crediamo e insegniamo. E attenzione, si tratta di un metodo sicuro al 100%... provare per credere!



Il metodo si chiama ASTENERSI COMPLETAMENTE DALL'AVERE RAPPORTI SESSUALI AL DI FUORI DEL MATRIMONIO.

Che ne dite di questo metodo? Funziona veramente, credetemi!



Vedete, la Bibbia non condanna il sesso, nè lo definisce diabolico. No, nulla di tutto questo... quello che la Bibbia condanna è l'uso e l'abuso indiscriminato di esso. E il Nuovo Testamento spiega piuttosto bene come le cose debbono andare. Se sei sposato puoi gioire dell'unione con la tua compagna o col tuo compagno, altrimenti ti astieni. Facile ^_^

"Questo è bigottismo", direbbe qualcuno.

No, cari, questa è sopravvivenza!

Si, perchè il problema del sesso al di fuori dal matrimonio non si risolve con una semplice doccia, ma questo le persone non lo sanno, e il diavolo fa bene attenzione a non farglielo sapere. Ed è un problema che riguarda sia i credenti che i non-credenti, e il fatto che questi ultimi abbiano in qualche modo più "scusanti" per la mancanza di conoscenza biblica, non li preserva però dagli attacchi del maligno.



Stiamo qui facendo conoscere il metodo per il sesso sicuro al 100%, che consiste nell'astenersi da esso se non si è uniti in matrimonio. Mi sembra che sia un metodo alla portata di tutti ed anche comprensibile alle persone di ogni ceto, razza e religione.

Qualcuno mi ha chiesto: "Ma pastore, e se uno è solo fidanzato e non si sposa come fa!?"

La risposta è semplice... non fà!

Vedete, per quanto incredibile possa sembrare oggi... SI SOPRAVVIVE ANCHE SENZA PRATICARE IL SESSO!

Ma questo è anche qualcosa che differenzia l'uomo dall'animale. L'uomo e la donna non debbono essere guidati dai loro istinti, ma dalla loro volontà, perchè l'istinto ubbidisce egoisticamente ad ogni stimolo, mentre la volontà considera e ragiona.

E naturalmente si disciplina.


Ora, chi è che suggerisce infatti che senza sesso non si può vivere un fidanzamento?

Chi è che dice ai giovani che praticare sesso fa bene?

Chi è che suggerisce che è meglio avere il piacere (ma si rivelerà vero piacere?) del sesso senza doversi assumere la responsabilità del matrimonio?

Chi è che insegna che l'alternativa non è astenersi ma praticarlo con le dovute "accortezze"?

Sono demoni bugiardi a fare questo, fratelli miei!

Non è vero che senza sesso non si può vivere.

Non è vero che praticare il sesso di nascosto non crea problemi... la Bibbia dice che invece di problemi ne crea, eccome!

E non è vero che le "accortezze" insegnate nelle scuole risolvono i problemi (mi riferisco a quelle accortezze che mirano a praticare sesso fuori dalla sfera coniugale) perchè certamente questi demoni nulla dicono sulle conseguenze spirituali del sesso praticato al di fuori del matrimonio.



Coraggio, ragazzi, voi che siete cristiani e che avete conosciuto la verità, lanciate la moda della completa astensione dal sesso prima del matrimonio!! Così come il maligno sta divulgando tra i giovani le sue false certezze e le sue nocive usanze, voi combattetelo divulgando tra i vostri coetanei lo stile di vita insegnato nella Bibbia. Tracciate una via per questa generazione!



Ma lasciatemi enfatizzare questo metodo per "il sesso sicuro al 100%", ossia la totale astensione se non si è sposati. Vedete, si tratta di un metodo assolutamente innovativo e presenta anche molti vantaggi. Vediamoli insieme:



a) astenersi dal sesso fuori dal matrimonio non alimenta il già vergognoso business dell'aborto;

b) astenersi dal sesso fuori dal matrimonio non produce alcun effetto collaterale sulla persona che si astiene;

c) astenersi dal sesso fuori dal matrimonio non espone a malattie;

d) astenersi dal sesso fuori dal matrimonio non produce sensi di colpa;

e) astenersi dal sesso fuori dal matrimonio non costringe ad assumere farmaci;

f) astenersi dal sesso fuori dal matrimonio non incoraggia la prostituzione;

g) astenersi dal sesso fuori dal matrimonio aiuta ad onorare la compagna/o che Dio ha dato ed a vedere in lui/lei la sola fonte da cui attingere, come insegna la Scrittura;

h) astenersi dal sesso fuori dal matrimonio aiuta a selezionare meglio le proprie amicizie;

i) astenersi dal sesso fuori dal matrimonio chiude delle "porte" che per il diavolo sarebbe importante che rimanessero aperte;

l) astenersi dal sesso fuori dal matrimonio incoraggia i propri figli a fare lo stesso, perchè loro imparano da quello che facciamo e non da quello che diciamo;

m) astenersi dal sesso fuori dal matrimonio preserva... i matrimoni!



e chi più ne ha più ne metta... anzi, se vedete altri vantaggi inviateceli e li aggiungeremo alla lista.



Ma soprattutto, e questa è la cosa più importante, astenersi dal sesso fuori dal matrimonio è un "metodo" che piace a Dio.

E Dio non ha istituito questo per farci star male o per danneggiarci, ma l'ha fatto per proteggerci ed anzi per valorizzare il sesso che nell'amore suggellato dalla responsabilità matrimoniale trova la sua migliore espressione.



Mi fermo qui, per ora, penso di essere stato "antico" abbastanza, per oggi...



E allora ragazzi, sperando che mi perdonerete il tono scherzoso con cui ho affrontato l'argomento (argomento non facile davvero!), prego però il Signore che questo porti tutti noi a meditare sulla nostra condotta e, perchè no, a spingerci a farci promotori di uno stile di vita certamente più dignitoso per ogni essere umano e doveroso per ogni credente. ^_^

LA CONTRACCEZIONE E' UN MALE MINORE?

http://www.zenit.org/article-9648?l=italian



ZI07012110 - 21/01/2007
Permalink: http://www.zenit.org/article-9648?l=italian

La contraccezione è un “male minore” rispetto all’aborto?


ROMA, domenica, 21 gennaio 2007 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito per la rubrica di Bioetica la risposta alla domanda di una lettrice da parte del dottor Renzo Puccetti, Specialista in Medicina Interna e Segretario del Comitato “Scienza & Vita” di Pisa-Livorno.



* * *


Perché la Chiesa si oppone costantemente all’uso dei contraccettivi? Anche considerandolo un male, non potrebbe soggiacere alla regola del “male minore”, rispetto all’aborto, conseguenza di una gravidanza non desiderata?
C. S.

La domanda chiama in causa considerazioni che non possono trovare esausistiva soddisfazione in questo ambito. Con i limiti di spazio imposti è solo possibile accennare alcuni elementi di riflessione. Nell’insegnamento della Chiesa Cattolica la dignità e la grandezza del rapporto sessuale risiedono nell’effetto unitivo dell’uomo e della donna, espressione di una donazione reciproca totale e gratuita e nell’apertura di tale rapporto a farsi collaboratori di Dio, sorgente della vita. Laddove questi elementi non sono armonicamente presenti l’altro diventa mero oggetto fruibile per il godimento personale. A ben vedere però una tale reificazione non può far altro che essere degradante sia per chi la compie che per chi la subisce (per un ampia trattazione della questione vedi Carlo Caffarra, Creati per Amare, Cantagalli Editore, 2006).

Il cardinale Ratzinger nel descrivere il sesto comandamento così commentava: “La versione originaria di questo comandamento nell’Antico Testamento suona in questo modo: «Non commettere adulterio» (Es 20,14; Dt 5,18). […] Questo è il cuore del comandamento. Non in un contatto occasionale, ma nel contesto di un sì reciproco di due persone che così, implicitamente, pronunciano anche un sì ai figli, nel matrimonio, quindi, la sessualità può avere la sua dignità e grandezza umana. Solo lì lo spirito si fa corporeità e i sensi spiritualità. Qui si realizza quella che abbiamo definito l’essenza dell’uomo, la sua funzione di ponte, che fonde i due estremi della creazione, che solo così si possono reciprocamente conferire grandezza e dignità” (Joseph Ratzinger. Dio e il Mondo, Edizioni San Paolo, 2001, pag. 155).

In effetti la cultura contraccettiva è uno dei tentacoli ideologici che si dipartono dal corpo dei cosiddetti diritti riproduttivi, che prevedono il completo disaccoppiamento della realtà ontologicamente stabilita sessualità-procreazione. Quest’ultima è vista come un evento morboso quando non possiede specifici requisiti, il bambino deve essere desiderato (wanted), programmato (timed), sano (healthy) e, grazie ai progressi che già si intravedono nel campo delle tecniche di manipolazione genetica, su misura (designed). In tale prospettiva la contraccezione è pilastro indispensabile. Per facilitarne la diffusione anche in ambienti non a priori favorevoli non si disdegna di usare un argomento definibile “contraccettismo pro-life”, la contraccezione presentata come alleata della vita. In definitiva si tratta di un sillogismo Aristotelico: la contraccezione previene le gravidanze indesiderate, le gravidanze indesiderate esitano con elevata probabilità in un aborto, ergo la contraccezione evita il ricorso all’aborto. Gran parte della forza di tale argomento si fonda sulla plausibilità. In effetti in tale proposizione vi sono elementi di verità, ma, come si dice, la menzogna più insidiosa è quella che contiene un fondo di verità.

Può essere sorprendente per alcuni vedere anticipati nell’enciclica Evangelium Vitae, pubblicata nel 1995, concetti che troveranno conferma nei dati di letteratura medico-scientifica degli anni successivi. Scrive infatti Giovanni Paolo II: “Si afferma frequentemente che la contraccezione, resa sicura e accessibile a tutti, è il rimedio più efficace contro l'aborto. Si accusa poi la Chiesa cattolica di favorire di fatto l'aborto perché continua ostinatamente a insegnare l'illiceità morale della contraccezione. L'obiezione, a ben guardare, si rivela speciosa. Può essere, infatti, che molti ricorrano ai contraccettivi anche nell'intento di evitare successivamente la tentazione dell'aborto. Ma i disvalori insiti nella «mentalità contraccettiva» — ben diversa dall'esercizio responsabile della paternità e maternità, attuato nel rispetto della piena verità dell'atto coniugale — sono tali da rendere più forte proprio questa tentazione, di fronte all'eventuale concepimento di una vita non desiderata. ” (Evangelim Vitae n. 13; 25 Marzo 1995).

L’esempio più cristallino del realizzarsi di quanto denunciato dal Santo padre è offerto dai dati francesi. Secondo un’indagine INED, l’Istituto Nazionale Francese di Studi Demografici, le donne che non desiderano una gravidanza e che usano un metodo contraccettivo erano il 52% nel 1978 e sono cresciute fino a diventare l’82% nel 2000. Come conseguenza le gravidanze non desiderate sono in effetti diminuite, scendendo dal 46 al 33%, ma l’aborto è rimasto costante (oltre 210.000 aborti nel 2004). Questo è avvenuto perché è aumentata la proporzione delle gravidanze indesiderate che esitano nell’aborto, cresciuta dal 41 al 62%. Gli esperti parlano di “paradosso francese”.

In realtà non si tratta di un caso isolato, eccezione, ad una legge generalmente valida. I paradossi sono offerti anche da paesi come il Giappone dove, di fronte ad un sostanziale quadro di stabilità quali-quantitativa della contraccezione, in trent’anni il tasso di abortività si è praticamente dimezzato (Sato, 2006). Negli Stati USA dove l’impiego della pillola contraccettiva è maggiore non si realizza alcuna riduzione del tasso di abortività (dati CDC); analogamente la riduzione del tasso di abortività USA nel periodo 1982-2002 non è stata coerente con le variazioni del ricorso alla contraccezione verificatesi nello stesso periodo (Mosher 2004).

I più recenti dati ONU sulla contraccezione mostrano come benché in Italia i metodi contraccettivi definiti moderni siano usati dal 38,9% delle donne contro l’81% delle donne inglesi (UN; World Contraceptive Use 2005), i tassi di abortività sono risultati negli anni esaminati il 9,7 e il 17 ogni mille donne in età fertile, rispettivamente in Italia e Inghilterra. Nel tentativo di rintuzzare questo genere di obiezioni alcuni hanno tentato di spiegare l’assenza di un trend temporale inverso contraccezione/aborto sulla base della cosiddetta “transizione demografica”, cioè il passaggio da una società con numerosi figli, ad una in cui è diffuso il desiderio di limitare le nascite. Secondo alcuni autori vi sarebbe un momento in cui la diffusione della contraccezione non riuscirebbe a soddisfare l’intera domanda di contenimento delle nascite, parte della quale sarebbe evasa mediante l’aborto (Marston, 2003).

A smentire tale tesi sono i casi della Francia, dell’Inghilterra, dell’Italia, degli USA, del Giappone in cui la transizione demografica si è realizzata precedentemente al periodo di osservazione. Potremmo continuare con numerosi altri esempi che confermano anche a livello scientifico il pensiero del Papa. In definitiva, anche i più entusiasti assertori della contraccezione ammettono che la vagheggiata perfetta società contraccettiva è una chimera e contraccezione e aborto sono un unico elemento diadico per il controllo delle nascite. Numerosi e purtroppo meno noti fattori interferiscono con la tendenza a ricorrere all’aborto di una determinata popolazione, ma forse sarà possibile trattare questo argomento in una prossima occasione.

[I lettori sono invitati a porre domande sui differenti temi di bioetica scrivendo all’indirizzo: bioetica@zenit.org. Si prega di indicare il nome, le iniziali del cognome e la città di provenienza]

CATTOLICI E CONTRACCEZIONE

Il "dossier" passato ieri alla Congregazione per la Dottrina della Fede, si propone di fornire al Papa elementi scientifici, morali e pastorali, circa l'utilizzao del preservativo nei rapporti sessuali, circa (probabilmente) la contraccezione intesa in senso generale, e in riferimento speciale al problema della diffusione dell'AIDS.

E' chiaro che questo dossier, non potrà non inserirsi all'interno di una riflessione che la Chiesa ha già affrontato ed ha già espresso in alcuni documenti magisteriali.

L'ultimo (ed ultimativo) di questi documeni è il Catechismo della Chiesa Cattolica, che nella sua terza parte "La vita in Cristo", riflettendo sui dieci comandamenti, propone la propria lettura della "sesta parola" del Decalogo, proposta nella sua definizione veterotestamentaria e nel suo approfondimento evangelico.

« Non commettere adulterio » (Es 20,14). 217

« Avete inteso che fu detto: "Non commettere adulterio"; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore » (Mt 5,27-28).

Nel Catechismo si dice:

n° 2366 La fecondità è un dono, un fine del matrimonio; infatti l'amore coniugale tende per sua natura ad essere fecondo. Il figlio non viene ad aggiungersi dall'esterno al reciproco amore degli sposi; sboccia nel cuore stesso del loro mutuo dono, di cui è frutto e compimento. Perciò la Chiesa, che « sta dalla parte della vita », (247) insegna che « qualsiasi atto matrimoniale deve rimanere aperto per sé alla trasmissione della vita ». (248) « Tale dottrina, più volte esposta dal Magistero della Chiesa, è fondata sulla connessione inscindibile, che Dio ha voluto e che l'uomo non può rompere di sua iniziativa, tra i due significati dell'atto coniugale: il significato unitivo e il significato procreativo ». (249)

2367 Chiamati a donare la vita, gli sposi partecipano della potenza creatrice e della paternità di Dio. (250) « Nel compito di trasmettere la vita umana e di educarla, che deve essere considerato come la loro propria missione, i coniugi sanno di essere cooperatori dell'amore di Dio Creatore e come suoi interpreti. E perciò adempiranno il loro dovere con umana e cristiana responsabilità ». (251)

2368 Un aspetto particolare di tale responsabilità riguarda la regolazione della procreazione. Per validi motivi (252) gli sposi possono voler distanziare le nascite dei loro figli. Devono però verificare che il loro desiderio non sia frutto di egoismo, ma sia conforme alla giusta generosità di una paternità responsabile. Inoltre regoleranno il loro comportamento secondo i criteri oggettivi della moralità:

« Quando si tratta di comporre l'amore coniugale con la trasmissione responsabile della vita, il carattere morale del comportamento non dipende solo dalla sincera intenzione e dalla valutazione dei motivi, ma va determinato da criteri oggettivi, che hanno il loro fondamento nella natura stessa della persona umana e dei suoi atti, criteri che rispettano, in un contesto di vero amore, l'integro senso della mutua donazione e della procreazione umana; e tutto ciò non sarà possibile se non venga coltivata con sincero animo la virtù della castità coniugale ». (253)

2369 « Salvaguardando ambedue questi aspetti essenziali, unitivo e procreativo, l'atto coniugale conserva integralmente il senso di mutuo e vero amore e il suo ordinamento all'altissima vocazione dell'uomo alla paternità ». (254)

2370 La continenza periodica, i metodi di regolazione delle nascite basati sull'auto-osservazione e il ricorso ai periodi infecondi (255) sono conformi ai criteri oggettivi della moralità. Tali metodi rispettano il corpo degli sposi, incoraggiano tra loro la tenerezza e favoriscono l'educazione ad una libertà autentica. Al contrario, è intrinsecamente cattiva « ogni azione che, o in previsione dell'atto coniugale, o nel suo compimento, o nello sviluppo delle sue conseguenze naturali, si proponga, come scopo o come mezzo, di impedire la procreazione ». (256)

« Al linguaggio nativo che esprime la reciproca donazione totale dei coniugi, la contraccezione impone un linguaggio oggettivamente contraddittorio, quello cioè del non donarsi all'altro in totalità: ne deriva non soltanto il positivo rifiuto all'apertura alla vita, ma anche una falsificazione dell'interiore verità dell'amore coniugale, chiamato a donarsi in totalità personale. [...] La differenza antropologica e al tempo stesso morale, che esiste tra la contraccezione e il ricorso ai ritmi temporali [...], coinvolge in ultima analisi due concezioni della persona e della sessualità umana tra loro irriducibili ». (257)

2371 « Sia chiaro a tutti che la vita dell'uomo e il compito di trasmetterla non sono limitati solo a questo tempo e non si possono commisurare e capire in questo mondo soltanto, ma riguardano sempre il destino eterno degli uomini ». (258)

2372 Lo Stato è responsabile del benessere dei cittadini. È legittimo che, a questo titolo, prenda iniziative al fine di orientare l'incremento della popolazione. Può farlo con un'informazione obiettiva e rispettosa, mai però con imposizioni autoritarie e cogenti. Non può legittimamente sostituirsi all'iniziativa degli sposi, primi responsabili della procreazione e dell'educazione dei propri figli. (259) In questo campo non è autorizzato a intervenire con mezzi contrari alla legge morale.

http://passineldeserto.blogosfere.it/2006/11/chiesa-e-contraccezione-alcuni-riferimenti.html

GABRIELLA BOTTICELLI-SULLA RU486-LA PILLOLA ABORTIVA

A chi sostiene la legittimità dell’aborto, sulla base della convinzione falsa che l’embrione di pochi mesi che si sviluppa nel seno di una donna non è ancora un bambino, la Parola del Signore dimostra l’esatto contrario con una chiarezza lapalissiana che è impensabile contestare o mettere in discussione.

Basterebbe citare come estremamente significative ed eloquenti al riguardo le meravigliose parole del salmo 139 in cui l’autore parla dell’embrione formato, tessuto e conosciuto da Dio prima ancora di venire alla luce:

“Sei tu che hai creato le mie viscere

E mi hai tessuto nel seno di mia madre.

Non ti erano nascoste le mie ossa quando venivo formato nel segreto,

intessuto nelle profondità della terra.

Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi e tutto era scritto nel tuo libro; i miei giorni erano fissati quando ancora non ne esisteva uno”.

Nessun dubbio quindi sul fatto che è Dio a formare l’uomo nel seno di sua madre e che l’embrione ha la sua dignità di essere umano dal primo momento del concepimento.

Pur tuttavia, il mondo, sordo e cieco ai richiami di Dio ed agli appelli di Maria SS.ma alla conversione, continua imperterrito nel costruire una cultura di morte che trova le sue espressioni più aberranti nell’aborto chirurgico, nell’eutanasia ed oggi nella RU 486, la pillola usata per abortire in diverse nazioni del mondo e, probabilmente, fra poco, anche in Italia.

Se il mondo laico plaude a quella che ritiene una conquista di civiltà, noi cristiani vediamo nella RU un ulteriore attacco alla vita e constatiamo con dolore che la scienza, dono stupendo di Dio all’uomo per servire la vita, è invece strumento messo al servizio della morte.

Ed a servizio della morte è la RU 486, la pillola abortiva che consente di interrompere la gravidanza senza ricorrere ad interventi chirurgici, realizzando l’aborto con una sostanza chimica che uccide l’embrione.

La Chiesa, custode, testimone e proclamatrice del Vangelo di Cristo, leva a ragione il suo grido indignato, contro questo farmaco mirato ad eliminare un bambino con un aborto più facile, banalizzato, autogestito, fai da te, edulcorato e reso meno traumatico.

Ma nessun cristiano che sia degno di tale nome e che aspiri ad essere realmente tale può sminuire la gravità dell’aborto che, quali che siano i mezzi usati per la sua attuazione, va visto nella sua tragica realtà: quella dell’ l'uccisione di un essere umano perpetrata nel momento in cui esso non ha voce per difendere il suo diritto a vivere ed a conoscere Dio, il mondo, gli uomini,suoi fratelli in Cristo e figli di Maria.

La strage degli innocenti che ebbe inizio Erode, lungi dall’essere una tragica pagina circoscritta ad un momento storico che si perde nella notte dei tempi, continua ad alimentare un lungo fiume di sangue che attraversa i secoli ed i millenni della storia umana fino ai nostri giorni. Il sangue innocente di 50 milioni ed oltre di bambini abortiti ogni anno ai quali è stato impedito di nascere da coloro che, per missione e mandato,sono chiamati a collaborare con Dio nel generare la vita umana grida oggi dalla terra verso il Creatore.

E’ un dato di fatto che neppure gli animali, rispetto ai quali vantiamo la nostra presunta superiorità, sopprimerebbero il figlio che attendono, mentre noi esseri umani, creati ad immagine e somiglianza di Dio ed eredi della vita eterna grazie alla redenzione operata dall’amore di Cristo, con grande disinvoltura priviamo un bambino del diritto di nascere, peccando gravemente e dimostrandoci ingrati verso il Signore che con un bambino ci affida il tesoro di una vita da educare perché quel figlio possa conoscerLO, amarLO, lodarLO e servirLO nel corso della sua vita sulla terra e contemplare e godere poi per tutta l’eternità l’indicibile bellezza e gloria del suo Creatore in Cielo.

E di certo, prima di mettere in atto la scelta dell’aborto, ogni genitore avrebbe il dovere morale davanti a Dio e davanti a sé stesso di riflettere alla luce della fede e della Parola di vita eterna e di interrogarsi sul ruolo che, nei disegni del Signore, un figlio potrebbe avere nella storia del mondo.

Quel bambino che non si vuole far venire alla luce potrebbe essere un futuro santo, un ottimo sacerdote o un generoso missionario, un onesto lavoratore e padre di

famiglia, una buona moglie ed una madre valida educatrice, una santa suora, un artista che con le sue opere potrebbe manifestare la genialità dell’Altissimo, un

uomo di scienza che tanto bene potrebbe fare all’umanità, mettendo al servizio della vita i talenti a lui donati dal Signore.





Di quante meravigliose figure di santi sarebbe oggi priva la Chiesa di Cristo e l’umanità intera, se i loro genitori avessero scelto di abortire!

Mai, in questo caso, la Chiesa avrebbe potuto mostrare all’ammirazione di credenti e non figure luminose e splendide di santi come san Francesco D’Assisi, Santa Chiara, san Pio da Pietralcina, san Giuseppe Moscati, santa Gianna Beretta Molla, san Massimiliano Kolbe, santa Teresa Benedetta della Croce, e, per rimanere più vicini ai nostri giorni, il Papa, Giovanni Paolo II, e tante migliaia di altri che sarebbe impossibile enumerare, canonizzati e non canonizzati,oggi tutti in Paradiso a godere la bellezza di Dio e la felicità eterna.

C’è sicuramente da aspettarsi che la pillola dell’aborto fai da te induca a comportamenti ancor più irresponsabili ed incentivi maggiormente i giovanissimi alla pratica del sesso facile e libero, praticato a fini meramente edonistici, data la facilità con cui l’assunzione della RU 486 permette di liberarsi del bambino non desiderato e non voluto.

Ed a nessun futuro può aspirare una società che con fredda determinazione uccide i suoi figli e che recita la sua farsa più grande e cade nella sua contraddizione più tragica quando da una parte promuove marce ed iniziative di ogni genere contro la guerra, portatrice di distruzione di morte, dall’altra promuove invece leggi che danno licenza di uccidere il bambino nel grembo stesso della madre, prima ancora che venga alla luce, con l’aborto che, comunque lo si attui, è un delitto abominevole che sottrae tanti uomini di buona volontà e tanti santi alla storia dell’umanità e della Chiesa.

L’aborto, quali che siano i metodi di attuazione, non è né progresso, né tanto meno conquista di libertà, ma è una grave trasgressione della legge di un Dio, creatore ed amante della vita, un obbrobrio che nasce dal degrado di un mondo che ha messo Dio ai margini della vita individuale e sociale e non lo interpella più e non lo interroga, né si lascia consigliare da Lui sulle scelte da fare, è il delitto di un mondo presuntuoso, che crede di poter bastare a sé stesso e si illude di potersi realizzare facendo a meno del suo Signore e Redentore e che, avendo smarrito il senso del peccato, calpesta i più piccoli, i più indifesi, i bambini e gli anziani.

Di quanta menzogna sa la partecipazione all’Eucaristia domenicale, l’ostentazione di una corona del rosario fra le mani e magari al collo quando, davanti ad una gravidanza indesiderata, con tanta freddezza, crudeltà, cinismo e disinvoltura una donna in attesa dice:“Voglio andare ad abortire”. Corresponsabile di questo orribile delitto è nella stessa misura della donna che sceglie l’aborto, chi l’accompagna ad abortire, chi la consiglia e la spinge a tale scelta e non si adopera a farle aprire gli occhi ed a pensare a quanto il suo peccato offenda Gesù che viene ancora una volta ucciso nel piccolo innocente abortito.

Colpevole è anche la società civile che si dà un gran da fare nel promuovere leggi che uccidono la vita ma non mette in campo nè risorse, nè mezzi, nè leggi per creare strutture di aiuto e di sostegno alla donna in difficoltà che aspetta un bambino e che è a volte costretta a rinunciarvi perché abbandonata a sé stessa e priva di aiuto morale, affettivo ed anche economico.

L’invito che rivolgo da queste pagine, nel nome di Gesù e di Maria, è allora quello del no all’aborto e di un sì gioioso e convinto alla vita per donare ai bambini insieme alla vita sulla terra anche la possibilità della vita eterna perché per ogni uomo che viene al mondo e che si apre alla grazia di Dio sono aperte le porte del Paradiso.

Chi scrive questo articolo si trovò anche lei anni fa, nella condizione di madre nubile e con un lavoro scarsamente remunerato, a fare la scelta fra il dare la vita ad un bambino o abortire; la grazia di Dio e la parola illuminata di un sacerdote furono determinanti nella scelta del sì alla vita, nonostante le pressioni e le sollecitazioni ad abortire che non mancarono e da parte della famiglia e da parte dell’ambiente di lavoro. Il bambino di allora ha oggi 20 anni, è un gigante di m. 1,90 ed è studente universitario.

Voglio adesso far parlare direttamente Gesù sulla necessità di accogliere i bambini: “Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie ME; chi accoglie Me, non accoglie Me, ma colui che mi ha mandato” (Matteo cap 9, 37).

Queste meravigliose parole illuminano di luce la scelta di accettare la vita di un bambino ma evidenziano anche la terribile responsabilità di chi invece rifiuta di accettare e di accogliere la vita nascente; non accogliere un bambino, rifiutargli il diritto alla vita e quindi abortire significa rifiutare di fare accoglienza e spazio nella propria casa e nella propria famiglia a Gesù che in quel bambino,anche ammalato o malformato, chiede di essere accolto, amato, curato.

L’appello che rivolgo a tutte le donne che attendono un figlio e che pensano di imboccare la strada della morte con l’aborto è quello di meditare e di pensare spesso alle parole di Gesù che, attraverso quel bambino che cresce nel loro corpo, bussa alle porte del loro cuore e della loro casa e dice con tanta dolcezza : “Ti prego, fammi entrare!”. Che non possano mai queste donne sentire un giorno il rimorso terribile di avergli detto di NO!

Vergine Santissima, il tuo Figlio Gesù ci ha detto che chi accoglie un bambino accoglie LUI. Madre santissima, possa il nostro Salvatore e Redentore donarci la grazia di amare infinitamente Lui,morto per dare la Vita al mondo e, per amore di Lui, rispettare, amare, accogliere in Suo nome ogni bambino che in qualunque angolo della terra viene al mondo e che affidiamo alla tua protezione materna perché Tu ne abbia cura e lo accompagni e lo guidi sulla via della santità verso il Signore Gesù.



GABRIELLA BOTTICELLI

http://www.fuocovivo.org/MOVIMENTO/testimonianza%20ru486.html

COMUNICATO CATTOLICO SULLA PILLOLA DEL GIORNO DOPO

Comunicato sulla cosiddetta "pillola del giorno dopo"

Pontificia Accademia Pro Vita



Come è noto nelle farmacie italiane è in vendita la c.d. pillola del giorno dopo, un ben conosciuto ritrovato chimico (di tipo ormonale) che di frequente - anche in questi ultimi giorni - è stato presentato da molti addetti ai lavori e da numerosi media come un semplice contraccettivo, o più precisamente come un "contraccettivo d' emergenza", a cui si potrebbe far ricorso entro breve tempo dopo un rapporto sessuale ritenuto presumibilmente fecondante, qualora si volesse impedire la prosecuzione di una gravidanza indesiderata. Alle inevitabili reazioni polemiche di chi ha manifestato seri dubbi sul meccanismo d' azione di tale ritrovato, che non sarebbe semplicemente "contraccettivo" bensì "abortivo", è stato risposto - in maniera del tutto sbrigativa - che una simile preoccupazione appare infondata in quanto la pillola del giorno dopo ha un' azione "antinidatoria", suggerendo così implicitamente una netta separazione tra aborto e intercezione (impedire che avvenga l' impianto dell' ovulo fecondato, cioè dell' embrione, nella parete uterina).

Considerato che l' uso di tali ritrovati tocca beni e valori umani fondamentali, fino ad interessare la stessa vita umana nel suo sorgere, questa Pontificia Accademia per la Vita sente il pressante dovere e la convinta esigenza di offrire alcune precisazioni e considerazioni sull' argomento, ribadendo per altro posizioni etiche già note, suffragate da precisi dati scientifici, e consolidate nella dottrina cattolica.

1. La pillola del giorno dopo è un preparato a base di ormoni (essa può contenere estrogeni, estroprogestinici, oppure solo progestinici) che, assunta entro e non oltre le 72 ore dopo un rapporto sessuale presumibilmente fecondante, esplica un meccanismo prevalentemente di tipo "antinidatorio", cioè impedisce che l' eventuale ovulo fecondato (che è un embrione umano), ormai giunto nel suo sviluppo allo stadio di blastocisti (5°-6° giorno dalla fecondazione), si impianti nella parete uterina, mediante un meccanismo di alterazione della parete stessa. Il risultato finale sarà quindi l' espulsione e la perdita di questo embrione. Soltanto qualora l' assunzione di tale pillola dovesse precedere di qualche giorno l' evento dell' ovulazione, essa potrebbe talvolta agire con un meccanismo di blocco di quest' ultima (in questo caso, si tratterebbe di un' azione tipicamente "contraccettiva").

Tuttavia, la donna che ricorre a questo tipo di pillola, lo fa nel timore di poter essere in periodo fecondo e perciò con l' intenzione di provocare l' espulsione dell' eventuale neoconcepito; oltretutto, sarebbe utopico pensare che una donna, trovandosi nelle condizioni di voler ricorrere ad una contraccezione d' emergenza, abbia la possibilità di conoscere con esattezza e tempestività la sua attuale condizione di fertilità.

2. Decidere di utilizzare la dizione "ovulo fecondato" per indicare le primissime fasi dello sviluppo embrionale, non può portare in alcun modo a creare artificialmente una discriminazione di valore tra momenti diversi dello sviluppo di un medesimo individuo umano. In altre parole, se può essere utile, per motivi di descrizione scientifica, distinguere con termini convenzionali (ovulo fecondato, embrione, feto, etc.) differenti momenti di un unico processo di crescita, non può mai essere lecito decidere arbitrariamente che l' individuo umano abbia maggiore o minor valore (con conseguente fluttuazione del dovere alla sua tutela) a seconda dello stadio di sviluppo in cui si trova.

3. Pertanto, risulta chiaramente che l' acclarata azione "antinidatoria" della pillola del giorno dopo, in realtà, nient' altro è se non un aborto realizzato con mezzi chimici. Non è coerente intellettualmente, né giustificabile scientificamente, affermare che non si tratti della stessa cosa.

Del resto, appare abbastanza chiaro che l' intenzione di chi chiede o propone l' uso di detta pillola è finalizzata direttamente all' interruzione di una eventuale gravidanza in atto, esattamente come nel caso dell' aborto. La gravidanza, infatti, comincia dalla fecondazione e non già dall' impianto della blastocisti nella parete uterina, come invece si tenta di suggerire implicitamente.

4. Ne consegue che, da un punto di vista etico, la stessa illiceità assoluta di procedere a pratiche abortive sussiste anche per la diffusione, la prescrizione e l' assunzione della pillola del giorno dopo. Ne sono moralmente responsabili anche tutti coloro che, condividendone l' intenzione o meno, cooperassero direttamente con una tale procedura.

5. Un' ulteriore considerazione va fatta a proposito dell' uso della pillola del giorno dopo in rapporto all' applicazione della legge 194/78 che, in Italia, regola le condizioni e le procedure per l' interruzione volontaria di gravidanza. Definire il ritrovato in questione un "antinidatorio" anziché, con una terminologia più trasparente, un "abortivo", permette infatti di sfuggire tutte le procedure obbligatorie che la 194 prevede per poter accedere all' interruzione di gravidanza (colloquio previo, accertamento di gravidanza, determinazione dell' epoca di sviluppo, periodo di ripensamento, etc.), realizzando una forma di aborto del tutto nascosta e non registrabile da alcuna istituzione. Tutto ciò appare, dunque, in netta contraddizione con la corretta applicazione della pur contestabile legge 194.

6. In ultimo, di fronte al diffondersi di tali procedure, esortiamo vivamente tutti gli operatori del settore a mettere in atto con fermezza un' obiezione di coscienza morale, che testimoni coraggiosamente, nei fatti, il valore inalienabile della vita umana, soprattutto di fronte a nuove forme nascoste di aggressione agli individui più deboli ed indifesi, come è il caso dell' embrione umano.



La pillola RU 486 (pillola del mese dopo)

non è in vendita in Italia - almeno per il momento

di Mario Palmaro

La pillola RU 486 introduce l'aborto “fai da te”. Sperimentata in un ospedale piemontese. Diabolico obiettivo: aggirare l'obiezione di coscienza di medici e infermieri antiabortisti e rendere la donna unica protagonista dell'uccisione del suo bambino.

Il grande scienziato francese Jérome Lejeune l'aveva definita senza troppi giri di parole: un "pesticida umano". Ora la RU 486, la pillola che provoca l'aborto se assunta entro il secondo mese di gravidanza, è sbarcata anche in Italia. Il via libera è arrivato dal Comitato etico della Regione Piemonte, che nell'ottobre 2002 ha approvato la sperimentazione di questo prodotto chimico presso l'ospedale Sant'Anna.

Dal gennaio 2003 i nascituri di Torino cominceranno a essere uccisi con questo nuovo sistema, che verrà testato su 400 donne incinte.

Che cos'è la RU 486

La RU 486 è un prodotto chimico a base di Mifepristone, un potente antiormone che interrompe l'annidamento dell'embrione nell'utero e provoca l'aborto del concepito. La RU 486 - che non può essere definita un farmaco, poiché non serve a curare una patologia - viene assunta dalla donna come una normale pastiglia. Trascorsi tre giorni, i medici somministrano alla madre una sostanza che induce le contrazioni e provoca l'espulsione dell'embrione nel 60% dei casi. Poiché la procedura è dolorosa e non esente da complicanze per la donna, per ora la somministrazione della pastiglia deve avvenire in ambiente ospedaliero, dove la donna stessa verrà tenuta in osservazione per alcune ore dopo l'aborto, e visitata di nuovo circa 15 giorni dopo.

Un po' di storia

La RU 486 è stata prodotta dai laboratori della Roussel Uclaf, una società controllata dal Governo francese e dal gruppo tedesco Hoechst. Non è un caso che nella genealogia delle aziende chimiche tedesche compaia anche la l.G. Farben, che produceva il famigerato Zyclon B., il gas omicida usato da Hitler. La RU 486 è usata da 10 anni in Francia, mentre è sbarcata negli Usa nel 2000. Un comunicato stampa del 23 giugno 1988 dimostra il coinvolgimento dell'ONU nella realizzazione del prodotto: è la stessa Roussel Uclaf a dichiarare di "averlo sviluppato in collaborazione con l'Organizzazione mondiale della sanità e l'Unfpa", che sono agenzie ONU. È evidente che il prodotto sarebbe utilissimo per "diradare" le popolazioni dei paesi poveri, soprattutto dove non esistano presidi chirurgici adeguati per promuovere l'aborto su scala mondiale. In Italia, di RU 486 si iniziò a parlare nel 1989, quando l'allora sottosegretario alla sanità, la socialista Elena Marinucci, ne caldeggiò (senza successo) l'adozione nel nostro Paese.

Ora l'operazione è riuscita per iniziativa dei soliti radicali e di alcuni medici abortisti in quella Torino che è la città di don Bosco ma anche della massoneria e del satanismo. Nulla avviene per caso.

Aspetti giuridici

1. La prima considerazione da fare è che la RU 486 non è che uno fra i tanti modi con cui è possibile uccidere l'innocente. Viene presentata come uno strumento "umanitario" così come i giacobini offrirono alle vittime del Terrore la ghigliottina, considerata "umanitaria" rispetto alla fucilazione e alla forca. La conclusione era in entrambi i casi la morte dei condannati. Dunque, la radice di ogni male è rappresentato da una legge “integralmente iniqua” - come la 194/1978 nel caso dell'Italia - che ammette l'autodeterminazione della donna, affidando al suo totale arbitrio la vita del concepito. Posto questo antiprincipio aberrante, tutto diventa possibile.

2. Uno degli scopi meno evidenti ma più diabolici della RU 486 è l'aggiramento della obiezione di coscienza. Potrà accadere infatti che, un aborto chimico "iniziato" qualche giorno prima, presenti delle complicanze tali da richiedere l'intervento del personale ospedaliero. A questo punto, in casi di urgenza e rischio per la salute della donna, un medico o un infermiere obiettore di turno si vedranno costretti dalla legge a continuare l'opera nefanda dei colleghi abortisti.

3. Nel consenso informato che viene firmato dalla donna prima di iniziare il "trattamento", la gestante viene avvertita che in caso di "fallimento" - vale a dire se il nascituro sopravvive alla dose di veleno - il nascituro andrà incontro a rischi per la sua salute, e che in ogni caso l'aborto potrà essere ottenuto a quel punto solo con un intervento chirurgico.

4. Va anche aggiunto che questa pastiglia rende la donna protagonista dell'atto abortivo: è lei che "dà la morte" al proprio figlio, ingerendo la RU 486. Si invertono i ruoli tipici dell'aborto chirurgico: il medico non più protagonista ma assistente; la donna non più passiva ma protagonista dell'atto omicida.

Verso l'aborto "fai da te"

1. Ove la RU 486 venga usata dentro le procedure previste dalla 194, essa difficilmente può essere dichiarata "fuori legge", almeno nel senso formale del termine. Diverso è il discorso di un suo utilizzo "privatistico", che configurerebbe una violazione palese delle pur blande misure di controllo poste dalla Legge 194.

2. L'aborto avviene oggi normalmente con modalità chirurgiche particolarmente raccapriccianti. La donna deve sottoporsi a un intervento, all'anestesia totale, e ai rischi per la sua salute (pur modesti) connessi all'intervento. La RU 486 risponde al tentativo di rendere sempre più normale, semplice, sicuro e nascosto l'aborto.

3. In una prima fase, questo obiettivo è piuttosto arduo da raggiungere, perché con la RU 486 la donna vive per certi versi in presa diretta l'aborto molto più che nell'atto chirurgico: trascorre tre giorni sapendo che ormai ha attivato una procedura inarrestabile di avvelenamento del figlio, inarrestabile anche in caso di ripensamento; e "vede" il figlio espulso da sé come un vero e proprio rifiuto. Orribile.

4. Ma, d'altro canto, non si deve sottovalutare la possibilità di perfezionare questa arma chimica, tentando di eliminare i rischi di sanguinamento, la dolorosità, la "visibilità" dell'embrione espulso; affinandola insomma a tal punto da renderla agibile in farmacia come un normale prodotto da banco.

5. Si realizza in questo modo l'ultimo stadio della "normalizzazione" dell'aborto, che così sembra scomparire dalla società perché sfugge a ogni rilievo statistico e a ogni azione dissuasiva dei “pro life”, per diventare una faccenda completamente privata. Con la conseguenza di un incallimento delle coscienze che rende - in questo senso - più grave l'aborto chimico di quello chirurgico. Come scrisse Francesco Migliori, "Caino non deve più nascondersi".

La punta di un iceberg

Attenzione: il polverone sollevato dalla RU 486 non deve distrarci dalla corretta percezione della realtà: oggi, in Italia, l'aborto chimico è già attuato nella totale indifferenza delle leggi e dei codici deontologici della classe medica. Le donne usano la spirale o IUD, senza sapere che essa non è un contraccettivo ma provoca aborti. Inoltre, per iniziativa dell'ex ministro della sanità Umberto Veronesi, è disponibile in farmacia il Norlevo, prodotto dalla Angelini farmaceutica: una "pillola del giorno dopo" che provoca l'aborto ogni volta che sia assunta a seguito di un rapporto fertile. L'attuale ministro potrebbe ritirare questo prodotto con provvedimento analogo ma opposto a quello del suo predecessore, per sospetta compatibilità con la legge 194 vigente.

Effetti abortivi possono essere ottenuti attraverso l'uso combinato di pillole regolarmente in commercio, prodotte con finalità contraccettiva, ma capaci di impedire l'annidamento se miscelate in un certo modo. Perfino la classica pillola, assunta dalla donna con l'intento di impedire il concepimento, ha un effetto remoto ma assolutamente certo di carattere abortivo: una verità scomoda troppo spesso taciuta. Ne riparleremo.

Ricorda

"C'è qualcosa di terribilmente repellente in questa procedura. La giustificazione che nobiliterebbe il ricorso al nuovo veleno è che il rischio di complicanze per la madre diverrebbe irrilevante. Da dove nasce questo rischio? Da una decisione sommamente ingiusta o liberamente presa, quella di uccidere l'innocente. Si abbia il coraggio di dirlo apertamente: si è finalmente scoperto il modo di uccidere nel quale l'assassino non corre più alcun rischio serio" (L'Osservatore Romano, 12 novembre 1989).

© Il Timone - n. 23 Gennaio/Febbraio 2003

http://www.fuocovivo.org/MOVIMENTO/pillola%20del%20giorno%20dopo.html

LA CONTRACCEZIONE D'EMERGENZA

Cos' è la contraccezione d' emergenza ?

Per "contraccezione d' emergenza" si intende far ricorso ad un metodo contraccettivo occasionale che abbia la capacità di evitare una gravidanza in una situazione d' emergenza che potrebbe verificarsi in seguito ad un rapporto sessuale non protetto da altri metodi contraccettivi, o in seguito a fallimento di altro metodo contraccettivo (ad esempio in seguito a rottura di profilattico).

Tale metodo , detto anche "la pillola del giorno dopo" (appunto per definire il significato del tutto occasionale), consiste nell' assunzione di 2 pillole contenenti ciascuna 750 mcg di un ormone progestinico (levonorgestrel), da prendere in una unica somministrazione, entro un tempo massimo di 72 ore dal rapporto sessuale.

I prodotti in vendita in Italia, aventi questa composizione e indicazione, sono due: Norlevo (Angelini) e Levonelle (Schering).

Un metodo contraccettivo d' emergenza alternativo, ma meno utilizzato, può consistere nell' applicazione in utero di una spirale (I.U.D.) entro un tempo massimo di 5 giorni dal rapporto.



Come funziona?

Qualora il rapporto sessuale si sia verificato nei giorni precedenti l' ovulazione, l' assunzione delle due pillole di progestinico sono efficaci nel bloccare l' ovulazione.

Se invece l' ovulazione è già avvenuta, la pillola del giorno dopo può agire sull' endometrio (la parete interna dell' utero su cui si impianta la gravidanza) impedendo l' impianto dell' ovulo eventualmente fecondato.

Qualora invece al momento dell' assunzione del farmaco la gravidanza fosse già impiantata nell' utero, la pillola del giorno dopo non sarebbe più efficace nell' interrompere la gravidanza. Tale circostanza potrebbe verificarsi o in caso di assunzione troppo tardiva del farmaco, o per un concepimento derivante da un altro rapporto avvenuto in epoca antecedente.



Quando si può prendere la pillola del giorno dopo?

La pillola del giorno dopo va presa entro al massimo 72 ore dal rapporto.

Quanto prima si prende la pillola più è elevata l' efficacia nell' evitare la gravidanza. Dopo aver assunto la prima pillola, la seconda va presa dopo 12 ore.



Quanto è efficace la pillola del giorno dopo?

La sua efficacia è tanto più alta, quanto minore è il tempo trascorso dal rapporto sessuale non protetto. L' efficacia è massima (superiore al 95%) se assunta entro le 24 ore dal rapporto e diminuisce fino ad annullarsi oltre le 72 ore di intervallo.



Si può prendere in qualsiasi giorno del ciclo?

Tenuto conto che è pressoché impossibile individuare con certezza in ogni ciclo quando si verifica l' ovulazione, se si vuole avere la massima probabilità di evitare una gravidanza può essere indicato il ricorso alla pillola del giorno dopo in qualsiasi momento del ciclo.



Vi sono controindicazioni alla pillola del giorno dopo?

Non vi sono controindicazioni, tenendo conto anche dell' utilizzo del tutto occasionale, sporadico, in dosi limitate e per breve durata.

Ovviamente va esclusa l' esistenza di una gravidanza (insorta eventualmente già in precedenza e finora ancora non nota). In tale circostanza peraltro la pillola del giorno dopo sarebbe inutile ed inefficace.



Vi sono effetti secondari all' uso della pillola del giorno dopo?

Quando fino ad alcuni anni fa per contraccezione d' emergenza si utilizzavano pillole contenenti oltre al progestinico anche dosi più elevate di estrogeni, potevano verificarsi nei giorni durante e successivamente all' assunzione del farmaco diversi effetti secondari: nausea, vomito, cefalea, tensione mammaria, perdite ematiche genitali, talora a carattere metrorragico.

I farmaci attualmente utilizzati, consistenti in sole 2 pillole contenenti ognuna 750 mcg di progestinico, possono comportare effetti secondari nettamente inferiori, spesso del tutto irrilevanti.



Sono possibili interferenze di altri farmaci sulla pillola del giorno dopo, con conseguente riduzione di efficacia di quest' ultima?

Esiste la possibilità che alcuni farmaci anticonvulsivanti o antiepilettici, come anche alcuni antibiotici, possano interferire con la pillola del giorno dopo, con conseguente riduzione d' efficacia di essa.



Cosa fare in caso di vomito dopo l' assunzione della pillola del giorno dopo?

Il vomito come effetto secondario della pillola del giorno dopo è abbastanza raro. Nell' eventualità comunque di un episodio di vomito nelle ore successive all' assunzione del farmaco (potrebbe anche trattarsi di vomito dipendente da altri motivi indipendenti dal farmaco) è opportuno assumere subito un' altra pillola.



La pillola del giorno dopo ha efficacia anche per eventuali rapporti fino alla mestruazione successiva?

L' assunzione della pillola del giorno dopo è efficace solo per quel singolo rapporto e non può evitare una eventuale gravidanza derivante da rapporti avvenuti in giorni ancora precedenti o successivi.

Pertanto, dopo l' uso della pillola del giorno dopo, in caso di rapporti sessuali prima della comparsa della mestruazione è doveroso far ricorso ad altri metodi contraccettivi.



Quanti giorni dopo l' assunzione della pillola del giorno dopo si verifica la mestruazione?

La comparsa della mestruazione successivamente all' uso della pillola del giorno dopo si verifica senza grandi variazioni in anticipo o ritardo rispetto alla data prevista. Se comunque si verifica un ritardo significativo (5-7 giorni), tenuto conto della efficacia non assoluta, è consigliabile fare un test di gravidanza.



La mestruazione che compare dopo l' assunzione della pillola del giorno dopo è diversa dalle altre?

Spesso può essere un pò più abbondante.



Cosa fare se la mestruazione dopo l' assunzione della pillola del giorno dopo è anormale o non compare?

Se la mestruazione dopo l' assunzione della pillola del giorno dopo non compare o è diversa dal solito (più scarsa o di durata più breve) è consigliabile fare un test per accertare una eventuale gravidanza.



Si può usare la pillola del giorno dopo come metodo contraccettivo di routine?

Assolutamente no. Innanzitutto l' efficacia della pillola del giorno dopo è valida solo per un tempo di poche ore o giorni; pertanto non sarebbe efficace per più rapporti in giorni diversi del ciclo. D' altra parte sarebbe del tutto inopportuno l' uso ripetuto della pillola del giorno dopo per più volte nello stesso ciclo, date le irregolarità del ciclo che ne deriverebbero. D' altra parte l' uso della normale pillola contraccettiva sarebbe più sicuro, meno problematico e (cosa non irrilevante) meno costoso.



Quando si può iniziare l' uso di un metodo contraccettivo dopo l' assunzione della pillola del giorno dopo?

Qualora si volesse utilizzare in futuro la pillola contraccettiva, l' uso di questa può essere iniziato con l' inizio della mestruazione successiva. Eventuali metodi contraccettivi, di barriera (profilattico) o la spirale (se non contoindicata) possono essere utilizzati fin da subito.



http://www.gyneconline.net/faqpilloladelgiornodopo.htm
CONTRACCEZIONE ORMONALE IN DIVERSA FORMA

http://www.saperidoc.it/ques_403.html

La pillola anticoncezionale ha portato una sorta di rivoluzione nella sfera sessuale, aiutando le donne a evitare gravidanze indesiderate, ma contemporaneamente ha imposto un appuntamento quotidiano. Infatti le donne devono ‘puntare la sveglia’ ogni giorno per ricordare la ‘pillola’, con tutte le ansie e le preoccupazioni di una possibile dimenticanza. Per questo da qualche tempo, accanto alla formulazione orale, sono disponibili contraccettivi ormonali che sfruttano altre vie di somministrazione. Le donne possono dunque scegliere, sulla base delle loro esigenze, se continuare con la pillola giornaliera oppure affidarsi a un cerotto da cambiare una volta alla settimana, a un anello vaginale da sostituire dopo tre settimane, a una iniezione da fare ogni mese o a un impianto sottocutaneo che dura qualche anno. Essendo formulazioni a base di ormoni - estrogeni e progestinici o solo progestinici - le controindicazioni e gli effetti indesiderati sono spesso simili a quelli della ‘pillola’, ma ci sono altri elementi da considerare per una scelta adeguata. E’ quindi importante parlare con il proprio medico per valutare insieme il metodo contraccettivo migliore rispetto alle proprie esigenze.
Sulla base delle informazioni a disposizione è stata realizzata una tabella riassuntiva delle diverse opzioni contraccettive ormonali, orali e non, allegata in fondo alla pagina.


Cerotti contraccettivi
Sono simili a un normale cerotto, di forma quadrata di circa 2 cm di lato. Il cerotto va applicato sulla pelle nella parte interna del braccio, sul torace (escludendo il seno), sulla parte alta della schiena, sull’addome o sulle natiche. Deve essere cambiato ogni settimana per tre settimane consecutive al mese, avendo cura di sostituirlo lo stesso giorno della settimana (quindi ad esempio, se si applica la prima volta di martedì va sostituito il martedì successivo). La quarta settimana deve essere sospeso.
Il cerotto contraccettivo funziona rilasciando ormoni (estrogeni e progestinici) nel circolo sanguigno non attraverso la bocca, come la classica ‘pillola’, ma attraverso la pelle. Ha le stesse controindicazioni della pillola orale e anche gli effetti indesiderati sono simili a quelli della pillola, ma sono più frequenti i casi di tensione al seno, di perdite di sangue fra due mestruazioni e di dolori mestruali. Inoltre, circa 1 donna su 5 si lamenta di irritazioni sulla pelle. Per quanto riguarda la sua efficacia, le stime indicano che in media si verificano ogni anno 1-2 gravidanze ogni 100 donne che ne fanno uso. Il rischio di gravidanze indesiderate aumenta in donne che pesano più di 90 chilogrammi.
Il suo costo è superiore a quello della pillola.
Con un occhio all’ambiente. Dopo avere usato il cerotto, si consiglia di sigillarlo nel supporto adesivo incluso nella confezione e buttarlo nella spazzatura oppure riportarlo in farmacia. Infatti parte degli ormoni resta nel cerotto e, attraverso la rete fognaria, potrebbe inquinare le acque.


Anelli vaginali
Si tratta di anelli di plastica flessibili da posizionare in vagina: qui rilasciano ormoni (estrogeni e progestinici) che vengono assorbiti dalla mucosa vaginale. L‘azione contraccettiva è simile a quella della ‘pillola’, ma per la modalità di somministrazione (attraverso la mucosa vaginale) si evita il passaggio attraverso lo stomaco e il fegato e, quindi, il livello di ormoni mantiene una maggiore costanza nel tempo.
La sua efficacia nell’impedire gravidanze indesiderate è paragonabile a quello della ‘pillola’. E’ la donna a posizionare l’anello in vagina entro il 5º giorno di un ciclo. La sua azione dura tre settimane, dopo di che deve essere rimosso e si deve attendere una settimana prima di introdurne uno nuovo.
Gli anelli vaginali contraccettivi sembrano essere ben tollerati; controindicazioni e possibili complicazioni rimangono le stesse dei contraccettivi orali combinati, così come le interazioni con altri farmaci. In circa 4% dei casi le donne hanno lamentato fastidi legati alla presenza dell’anello (fra cui sensazione di corpo estraneo, problemi legati al coito o espulsione dell’anello): questi fastidi sono la principale causa di abbandono di questo metodo contraccettivo.


Iniezioni contraccettive con soli progestinici
E’ un metodo altamente efficace, che può essere usato anche durante l’allattamento (ma non prima di 6 settimane dal parto). Le iniezioni vanno ripetute ogni 2 o 3 mesi a seconda del tipo di iniezione scelta. Poiché l’uso di soli progestinici può portare a una riduzione della densità minerale ossea, esistono riserve sul suo impiego in donne di età inferiore a 18 anni o superiore a 45 anni e per chi è a rischio di osteoporosi. Dopo aver sospeso le iniezioni sono necessari in media 6-7 mesi per la ripresa dell’ovulazione e quindi della fertilità.
I principali effetti collaterali sono: sanguinamenti irregolari, aumento di peso, cefalea, depressione


Iniezioni contraccettive con estrogeni + progestinici
Non ancora in commercio in Italia. E’ un metodo altamente efficace. L’iniezione intramuscolare va ripetuta una volta al mese. Una volta sospese le iniezioni, le donne tornano a essere fertili in breve tempo. Gli effetti collaterali includono sanguinamenti irregolari, che rappresentano la prima causa di abbandono di questo metodo contraccettivo, ma anche aumento di peso. Al momento per questo contraccettivo vengono indicate le stesse controindicazioni della ‘pillola’.


Impianti sottocutanei
Possono essere sotto forma di bastoncini o di capsule e vengono inserite sottopelle dal medico con un piccolo intervento in anestesia locale. Sono a base di progestinici e quindi possono essere usati anche durante l’allattamento, ma non prima di 6 settimane dal parto.
La loro durata contraccettiva cambia a seconda del tipo di impianto scelto, ma si tratta di periodi lunghi, da 2 a 5 anni. Devono essere inseriti nella parte interna del braccio tramite un piccolo intervento in anestesia locale. Anche la rimozione deve essere effettuata dal medico con una piccola incisione. In alcuni casi la rimozione è stata dolorosa e complicata, ma questo problema è meno frequente con gli impianti di nuova produzione.
In Italia sono ancora poco diffusi e non sono molte le strutture sanitarie in cui sono in grado di inserirli. L’effetto contraccettivo comincia entro 24 ore dall’inserimento ed è reversibile immediatamente dopo la rimozione dell’impianto. Fra gli effetti collaterali più frequenti: sanguinamenti irregolari, cisti follicolari, cefalee, aumento di peso, acne, alterazioni dell’umore. Le controindicazioni sono le stesse delle iniezioni a base di progestinici.

PILLOLA E RISCHI VASCOLARI

I risultati degli studi condotti negli ultimi sette anni su contraccettivi orali (OC), infarto miocardico e attacco ischemico cerebrale sono conflittuali. Le stime variano da rischio relativo di 1 a rischio relativo compreso fra 2 e 5. Queste differenze sono probabilmente dovute a una maggiore prevalenza, negli studi con i rischi relativi maggiori, di fumatrici e di ipertese non diagnosticate o non trattate.

Un aumento considerevole (da 7 a più di 100) del rischio relativo di infarto miocardico e attacco ischemico cerebrale è stato osservato tra le utilizzatrici di CO che fumano o soffrono di ipertensione arteriosa.

E' stato proposto che il tipo di progestinico impegato possa modificare il rischio vascolare arterioso associato all'uso di CO. In realtà, quando la dose di estrogeni è inferiore a 50 mcg, il rischio di attacco ischemico non differisce fra le donne che assumono CO contenenti desogestrel o gestodene e le donne che assumono CO contenenti levonorgestrel o norethindrone [1].


http://www.saperidoc.it/ques_308.html

PILLOLA E NEOPLASIA CERVICALE

L'infezione persistente da papillomavirus umano (HPV) rappresenta l'agente causale più frequente di carcinoma cervicale, sia a cellule squamose che adenomatoso, ma fino a non molto tempo fa la presenza di HPV non veniva considerata negli studi su contraccettivi orali (CO) e neoplasia cervicale. Insieme ad altri problemi di metodo, questo può spiegare perché gli studi su CO e neoplasia cervicale presentino dati conflittuali [1].

Una metanalisi di 28 studi osservazionali di coorte e caso-controllo - comprendente i dati relativi a 12.531 donne con cancro cervicale - ha valutato la possibile associazione tra utilizzo di contraccettivi orali (CO) e aumento del rischio di tale neoplasia [2]. Nella revisione si conclude che il rischio relativo (RR) di cancro cervicale aumenta nelle donne utilizzatrici di CO rispetto alle donne che non ne hanno mai fatto uso. L'aumento risulta proporzionale alla durata dell'utilizzo: per assunzioni di durata minore ai 5 anni, tra 5 e 9 anni o di almeno 10 anni, il RR è risultato rispettivamente di 1.1 (95% CI 1.1-1.2), 1.6 (95% CI 1.4-1.7), 2.2 (95% CI 1.9-2.4). Gli stessi dati, aggiustati per presenza di HPV, abitudine al fumo, numero di partner, utilizzo di metodi contraccettivi di barriera e esecuzione di screening citologico, sono risultati simili per tutte le donne, sia per il carcinoma squamoso che per l'adenocarcinoma della cervice.
Quando si considerano solamente i dati degli studi su donne HPV positive, i risultati sono simili a quelli ottenuti senza questa restrizione. L'aumento di RR di neoplasia cervicale nel tempo è presente anche nelle donne HPV negative, ma l'effetto risulta meno marcato e comunque statisticamente non significativo rispetto alle donne non utilizzatrici (dopo almeno 10 anni di assunzione: RR 1.3, 95% CI 0.9-1.9).

Una revisione sistematica di 19 studi epidemiologici - condotta per valutare se l'infezione da HPV è più comune nelle donne che utilizzano CO - non ha mostrato una associazione tra HPV positività e utilizzo o non utilizzo a lungo termine di CO. Come gli autori stessi riconoscono, gli studi sono limitati ed eterogenei e i risultati vanno interpretati con cautela, nell'attesa di ulteriori conferme [3].
Uno studio di coorte multicentrico che ha analizzato la relazione fra assunzione di contraccettivi orali, prevalenza di infezione da HPV e progressione a lesioni precancerose e carcinoma invasivo, ha comparato: a) donne che non assumevano alcun contraccettivo; b) donne che utilizzavano contraccettivi diversi da quelli orali; c) donne che utilizzavano solo contraccettivi orali [11]. Lo studio dimostra che l'utilizzo di contraccettivi orali non è il reale fattore di rischio, ma solo un epifenomeno del comportamento sessuale, causa reale del maggior rischio di infezione e della progressione della malattia [11].
E' probabile che il diverso peso che i fattori di rischio per l'infezione hanno nei vari studi e i risultati a volte contrastanti dipendano proprio dal peso che ognuno di questi ha nei diversi setting come marker di comportamenti sessuali a maggiore o a minore rischio.

http://www.saperidoc.it/ques_309.html

PILLOLA E TUMORI AL SENO

La possibile associazione tra utilizzo di contraccettivi orali (CO) e aumento del rischio di tumore al seno è stata valutata in oltre 60 studi osservazionali. I dati di una meta-analisi pubblicata in Lancet nel 1996 [1] - che comprende 54 studi e include i dati relativi a 53.297 donne con cancro al seno e oltre 100.000 donne senza cancro (controlli) - indicano che le donne utilizzatrici di CO e quelle che ne hanno terminato l’assunzione da non più di 10 anni hanno un rischio di avere una diagnosi di tumore al seno 1.24 volte superiore (rischio relativo) a chi non ha mai utilizzato questi farmaci (con intervallo di confidenza al 95% compreso tra 1.15 e 1.33). A 10 anni di distanza da quando è terminata l’assunzione di CO, il rischio diventa simile a quello di coloro che non li utilizzano.

Uno studio caso controllo apparso successivamente (The Women's Contraceptive and Reproductive Experiences - Women's CARE Study), condotto in cinque stati degli Stati Uniti, ha coinvolto 4575 donne con cancro al seno e 4682 controlli di età compresa fra 35 e 64 anni. Non è stata identificata nessuna associazione statisticamente significativa fra utilizzo di CO e tumore mammario. Anche l’analisi per sottogruppi (che ha tenuto conto di utilizzo attuale o in passato di CO, dosaggio estrogenico, durata dell’assunzione, età alla prima assunzione e intervallo di tempo dall’ultima assunzione) non ha evidenziato nessuna associazione fra CO e cancro mammario. I risultati sono sovrapponibili fra le due fasce di età 35-44 anni e 45-64 anni [2-3].

Non è possibile escludere che donne con una storia familiare di cancro mammario o con mutazione dei geni BRCA1 o BRCA2 possano avere, in seguito all’assunzione di CO, un rischio per tumore mammario maggiore di quello di altre donne [4].


Rischi relativi e rischi assoluti

Gli stessi dati possono essere descritti anche come incremento percentuale del rischio relativo: sulla base delle conclusioni della metanalisi pubblicata in Lancet, chi utilizza CO ha una maggiore probabilità di 24% di diagnosi di tumore al seno rispetto a chi non ha mai utilizzato CO.
La definizione in termini percentuali può alterare la percezione del rischio; risulta maggiormente informativa la stima del rischio attribuibile: prendendo ad esempio l'Emilia-Romagna, nella fascia di età 29-40 anni, sono attesi per anno 25 nuovi casi di tumore mammario ogni 100.000 donne. Assumendo che le utilizzatrici di CO siano il 20%, circa 1 di questi 25 casi è attribuibile all’impiego di CO.


La posizione della Organizzazione mondiale della sanità

In Giugno 2005, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (International Agency for Research on Cancer - IARC), una struttura della Organizzazione mondiale della sanità (World Health Organization – WHO), ha convocato un meeting di esperti per valutare gli studi disponibili sul rischio carcinogenetico per la donna dei CO combinati e della terapia ormonale sostitutiva (TOS) combinata estro-progestinica. I risultati di questa valutazione, che saranno pubblicati in 2006 [5], hanno portato IARC a classificare sia CO combinati che TOS estro-progestinica come carcinogenici per l’uomo.

IARC convoca regolarmente gruppi internazionali di esperti per valutare il rischio carcinogenico determinato da agenti, combinazioni di agenti ed esposizioni. È importante rilevare che IARC non valuta il profilo rischi-benefici complessivo in termini di salute pubblica e neppure in termini di rischio complessivo di cancro per composti che hanno un effetto protettivo nei confronti di alcune neoplasie e aumentano il rischio di altre. Nella revisione IARC, l’utilizzo di CO combinati risulta modificare in piccola misura il rischio di neoplasia, aumentandolo in alcuni organi o tessuti (cervice uterina, mammella, fegato) e diminuendolo in altri (endometrio, ovaio). Alcuni dei dati disponibili sono stati desunti da ricerche condotte con preparati contraccettivi combinati di dosaggio superiore a quelli attualmente utilizzati.

Altre strutture della Organizzazione mondiale della sanità (come il Department of reproductive health and research –RHR e il collegato UNDP/UNFPA/WHO/World Bank special programme on research, development and research training in human reproduction – HRP) producono documenti fondati su prove di efficacia sulla salute riproduttiva, revisionando sistematicamente la letteratura e aggiornando regolarmente il profilo rischi-benefici dei farmaci contraccettivi. Completando quindi la ricerca IARC con la valutazione di loro competenza, queste agenzie hanno pubblicato un documento in cui ribadiscono che, per la grande maggioranza delle donne in salute, i benefici dei CO combinati superano largamente i rischi [6]. Per quanto concerne invece la TOS, le prove confermano un aumento del rischio di tumore mammario in donne che usano regimi combinati ed un aumento del rischio di tumore endometriale quando il regime prevede una associazione progestinica per una durata inferiore ai dieci giorni al mese.

http://www.saperidoc.it/ques_239.html

IL PAESE DELLE DONNE-UNA NOTIZIA MANIPOLATA

:: Maria Russo

http://www.womenews.net/spip/spip.php?article939

Qualche settimana fa ho letto la seguente notizia secondo cui le donne sceglierebbero il coito interrotto come mezzo per prevenire la gravidanza

Donne scelgono coito interrotto (ANSA) - MILANO, 24 OTT - Le donne single con relazioni sessuali non stabili ricorrono, nel 45% dei casi, al coito interrotto. Il vecchio metodo contraccettivo che prevede di interrompere il rapporto sessuale prima dell’eiaculazione segue preservativo e pillola, che vengono utilizzati rispettivamente nel 64,5% e nel 56,8% dei casi. Senza contare che, ogni dieci donne che hanno un rapporto sessuale, una di queste ’rimedia’ all’eventuale gravidanza con la pillola del giorno dopo.

Pi che una notizia sembra un’interpretazione o, meglio ancora, una manipolazione di una notizia a cura di un (una?) giornalista. Una notizia di agenzia non firmata, l’identit di chi scrive sconosciuta. Rimanere nell’anonimato, per, non autorizza a scrivere ci che si vuole e a divulgare una notizia manipolata come se fosse realmente una notizia di agenzia, quindi neutra e neutrale. Ma qual la notizia? Si mette in evidenza il coito interrotto (45% dei casi), e passano in secondo piano gli anticoncezionali con le percentuali pi alte: preservativo (64,5% dei casi) e pillola (58,6% dei casi).

Donne scelgono coito interrotto. Con questo titolo si intende richiamare l’attenzione di chi? La prima risposta che mi viene in mente : di chi ci spera!

Le donne single con relazioni sessuali non stabili ricorrono, nel 45% dei casi, al coito interrotto. Le donne, quindi, sperano/rischiano di rimanere incinte di un uomo con cui hanno un rapporto occasionale o una relazione instabile? Le donne non pensano alle malattie sessualmente trasmissibili, dalle meno gravi, perch curabili, alle pi gravi come l’AIDS?

Sono, poi, le donne a ricorrere’ al coito interrotto? Questa interpretazione facilmente confutabile da chiunque, donna o uomo che sia. Al coito interrotto ricorrono gli uomini perch sono loro ad eiaculare! Oppure si voleva affermare che le donne prediligono questa pratica sessuale come anticoncezionale e chiedono agli uomini, con cui hanno relazioni sessuali non stabili, di usarla in beffa al proprio amor proprio e alle malattie?

Facendo una ricerca su Internet possibile informarsi sui vari metodi anticoncezionali, percentuali di efficacia, controindicazioni et cetera. Dagli articoli, tutti firmati da ginecologici e ginecologhe, risulta che il coito interrotto “pu causare insicurezza e insoddisfazione nella donna”.

“ forse il metodo pi impiegato tra i metodi anticoncezionali naturali (gli altri sono: Ogino Knaus. Billings e il rilievo della temperatura basale), ma non da ritenersi un vero metodo contraccettivo. Ha una percentuale d’insuccessi del 25-30% in quanto si possono avere piccole perdite di sperma che precedono la vera eiaculazione o perch l’estrazione del pene pu essere tardiva! Non ha controindicazioni, ma pu interferire con il piacere sessuale.” “Questi metodi non hanno effetti collaterali o controindicazioni, ma un indice di Pearl piuttosto alto che arriva al 40%. La loro sicurezza potrebbe essere migliorata con un maggiore impegno e un autocontrollo costante da parte della coppia.” “L’efficacia di questa metodica dipende esclusivamente dal partner maschile. Spesso questa metodica quella usata per prima dalla coppia, anche se caratterizzata da un alto livello di fallimento.” E ancora: "In Italia si pensa che almeno il 40-50% delle coppie ricorra, come sistema di contraccezione, al coito interrotto, anche se l’altissima percentuale di fallimento (30%) lo rende decisamente sconsigliabile".

I/Le ginecologi/ghe parlano di una metodica usata dalla coppia e non da partners che hanno rapporti sessuali occasionali e tanto meno da donne single con relazioni sessuali non stabili. Il 45% dei casi, quindi, potrebbe essere riferito con molte probabilit a coppie stabili. L’ultima frase dell’incriminata notizia recita: Senza contare che, ogni dieci donne che hanno un rapporto sessuale, una di queste ’rimedia’ all’eventuale gravidanza con la pillola del giorno dopo. Secondo questa teoria quindi, le donne single con relazioni sessuali non stabili, nel 45% dei casi, scelgono’ il coito interrotto, poi, una su dieci, per paura di essere rimasta incinta, considerata la notevole percentuale di insuccesso di questo anticoncezionale naturale, rimedia’ con la pillola del giorno dopo?

Mi chiedo su cosa si sia basato l’autore di quelle righe. Una ricerca? Da quale contesto di analisi e da quale livello di analisi sono state estrapolate quelle percentuali? A cosa e a chi si riferiscono precisamente? Sarebbe interessante leggere il rapporto (se di un lavoro scientifico si tratta!) e studiarlo con attenzione. Ma, purtroppo, non viene citato nessun Istituto di ricerca n qualsivoglia altra fonte. Cercheremo di scoprirlo.

Un sondaggio personale sugli anticoncezionali preferiti dalle donne? O, spingendosi un po’ oltre, sperava che, divulgando una sciocchezza o un desiderio personale, avrebbe contribuito a renderla un’opinione comune, una verit assoluta, sfruttando tra l’altro il prestigio e il riconoscimento di cui il canale emittente (un’agenzia di stampa seria) gode presso la stampa, presso l’opinione pubblica e ogni singolo/a cittadino/a?

Immagino due mani (maschili?) in giubilo per aver sferrato con destrezza l’ultimo anonimo, disonesto attacco contro le donne e la loro libert.

Le frasi virgolettate nell’articolo sono state prese dai seguenti siti: www.theramex.it www.stradanove.net www.forumsalute.it ma ce ne sono molti altri che confermano gli stessi dati.

9 novembre 2006


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Il Paese delle donne on line - Parole, politiche e pratiche di donne

LA PILLOLA

Metodi anticoncezionali
LA PILLOLA

Negli anni '50, lo spettro di un mondo predestinato ad un eccesso di popolazione allarmava scienziati e governi dell'Occidente industrializzato. Cominciò così una corsa frenetica per controllare le popolazioni. Ciò coincise con la scoperta di un processo relativamente poco costoso per fabbricare estrogeno sintetico e progesterone che potevano essere usati come contraccettivi. Nasceva così la famosa Pillola. Questa avrebbe liberato le donne dal peso di gravidanze indesiderate, aprendo così la porta ad una maggiore eguaglianza e libertà. Negli ultimi 37 anni, circa 200.000.000 di donne in tutto il mondo hanno scelto la Pillola quale metodo anticoncezionale preferito. Si dice che tale pillola sia stata una delle medicine più studiate della storia. Tuttavia quando si toglie il velo sottile del lancio pubblicitario, delle dissimulazioni farmaceutiche e dei tentativi clinico-sanitari, emerge un altro quadro che rivela le conseguenze distruttive sulla salute e il benessere delle donne causate dagli ormoni steroidi che si trovano nella Pillola.

Benché sin dal 1932 si sapesse da esperimenti su animali che l'estrogeno ed il progesterone potevano causare il cancro al seno, all'utero, alle ovaie ed alla ghiandola pituitaria, si pensò che la Pillola fosse una soluzione efficace alla crisi di sovrappopolamento.
Gli ormoni non solo dirigono e determinano i processi fisiologici, ma influenzano anche gli stati emozionali e psicologici. Quando una donna è incinta, i livelli di tali ormoni si alzano e la produzione di altri ovuli viene arrestata. I livelli ormonali continuano a salire durante la gravidanza, segnalando al cervello di smettere di secernere ormoni che stimolano la produzione di ovuli. La Pillola imita questa azione e inganna continuamente il cervello facendogli pensare che la gravidanza sia avvenuta, e quindi sopprimendo l'ovulazione. Vengono fermate letteralmente le mestruazioni. Perdite di sangue si verificano ogni mese perché gli ormoni sintetici non vengono presi per sette giorni del ciclo. Dovrebbero chiamarsi "perdite da privazione" non mestruazioni. L'azione della Pillola in realtà "castra" una donna interrompendo il suo ciclo naturale, a volte danneggiando permanentemente le sue ovaie ed anche causando sterilità.
Secondo un rapporto del Novembre 1995 del bollettino Natural Fertility Management la pillola provoca 150 mutamenti chimici nel corpo di una giovane donna.

Effetti collaterali leggeri della Pillola:
- Reazioni allergiche
- Emorragie improvvise
- Crescita di peli in faccia
- Ritenzione di liquidi
- Infezione di funghi
- Perdita di capelli
- Emicranie
- Nausea
- Aumento di peso
- Infezione da Candida
- Perdite vaginali
- Vene varicose

Effetti collaterali gravi della Pillola:
- Disturbo del metabolismo
- Maggior rischio di coaguli
- Maggior rischio di calcoli urinari
- Maggior rischio di tumori al fegato
- Osteoporosi
- Possibile collegamento col cancro dell'endometrio, utero, ovaie
- Aumento gravidanze extrauterine
- Aumento da tre a sei volte del rischio di infarto

Invece di basarsi sulla Pillola per regolare i problemi del periodo, le ragazze farebbero meglio a correggere il problema all'origine per mezzo di una dieta migliore, integratori alimentari, esercizio fisico ed attenzione agli stress emotivi.
Invece di emancipare le donne, la Pillola e gli altri ormoni steroidi le hanno condannate ad una vita di possibili rischi per la salute e ad una morte precoce.
Sono disponibili metodi contraccettivi più sicuri, più efficaci, metodi di sbarramento come il diaframma e gli spermicidi poco tossici ed i preservativi.

Articolo tratto da NEXUS NEW TIME edizione italiana n° 13

link: vitadidonna.it (informazioni dettagliate su posologia ed effetti dei vari metodi anticoncezionali odierni)

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SAPERE.it-METODI ANTICONCEZIONALI

SAPERE.it


I metodi anticoncezionali


La contraccezione può essere attuata con metodi naturali o con presidi tecnologici e farmacologici; l’efficacia della prevenzione della fecondazione può comunque variare a seconda della motivazione, dell'esperienza, dell'educazione e dell'età dei partner, indipendentemente dall’affidabilità intrinseca di ciascuna metodica. I metodi naturali, ammessi anche dalla Chiesa cattolica, si basano sull’astensione dai rapporti sessuali con penetrazione durante il periodo fecondo di ogni ciclo mestruale, vale a dire nei pochi giorni subito prima e subito dopo l’ovulazione: generalmente, infatti, per ogni ciclo giunge a maturazione soltanto un ovulo che rimane fecondabile solo per 24-36 ore dagli spermatozoi, che si mantengono vitali fino a 4-5 giorni nell’organismo femminile. Il limite di questi metodi consiste nella difficoltà di individuare con facilità e sicurezza quando avviene l’ovulazione, che peraltro può essere anticipata o ritardata da fattori dietetici, fisici, chimici o psicologici: il fallimento contraccettivo è stimato intorno al 15%. Tutti i metodi naturali non prevedono inoltre una barriera fisica tra le secrezioni maschili e femminili e dunque non offrono alcun tipo di protezione da malattie sessualmente trasmesse. I metodi naturali più utilizzati, oltre al coito interrotto (estrazione del pene dalla vagina prima dell’eiaculazione), sono:

- il metodo Ogino-Knaus: dopo aver annotato per 12 mesi consecutivi la durata dei cicli mestruali, individuare il ciclo più breve e sottrarre 18 giorni, poi individuare il ciclo più lungo e sottrarre 11 giorni: i due valori ottenuti rappresentano la data iniziale e finale del periodo fertile. Il metodo è poco affidabile sotto i 18 anni, nel primo anno successivo a un parto, dopo l’utilizzo della pillola e in vicinanza della menopausa;

- il metodo della temperatura basale: misurare la temperatura vaginale ogni mattina a digiuno prima di alzarsi e annotare i valori su un diagramma per circa 12 mesi consecutivi. Sono fertili i quattro-cinque giorni precedenti e successivi all’ovulazione, indicata da un abbassamento di alcuni decimi di grado della temperatura basale;

- il metodo Billings: controllare ogni giorno le caratteristiche del muco prodotto dalla cervice uterina. Si considera fertile tutto il periodo in cui il muco permane abbondante, trasparente, elastico e filante fino a quattro giorni dopo che si è trasformato in opaco, bianco-giallognolo, appiccicoso;

- il metodo sintotermico: è basato sull’osservazione contemporanea delle variazioni della temperatura basale e delle caratteristiche del muco cervicale.

I presidi tecnologici o farmacologici per la contraccezione agiscono invece impedendo il contatto tra spermatozoi e ovulo oppure modificando le caratteristiche del muco cervicale, bloccando l’ovulazione, alterando la mobilità delle tube, interferendo con l’annidamento nell’utero dell’ovulo: i più utilizzati sono il preservativo, la pillola, la spirale, il diaframma, gli spermicidi.

La sterilizzazione volontaria maschile o femminile rappresenta il metodo anticoncezionale più diffuso: nell’uomo si attua con un intervento chirurgico ambulatoriale che interrompe in modo irreversibile i dotti deferenti, impedendo così agli spermatozoi di raggiungere lo sperma (l’effetto contraccettivo si realizza dopo circa tre mesi dall’intervento); nella donna, invece, si realizza con la legatura (reversibile o no) delle due tube che uniscono le ovaie all’utero, impedendo così l’incontro di ovulo e spermatozoi.

ANAEL.ORG-ANTICONCEZIONALI

ANTICONCEZIONALI-PILLOLE E IMPIANTI
DA ANAEL.ORG

Sono composti a base di ormoni sintetici: estrogeno e progesterone. Nell'utilizzo gli ormoni sintetici arrivano attraverso il sangue alla ghiandola pituitaria facendole credere che la donna è incinta, quando realmente non lo é. La finalità di questi anticoncezionali è generare una falsa gravidanza. Per quest'ordine falso alla pituitaria, le ghiandole endocrine lavorano come se la donna fosse incinta, questo le causa squilibri nelle ghiandole: tiroide, pancreas, pituitaria, pineale,surrenali, e sessuali. Questa falsa gravidanza fa in modo che le ovaie non lavorino, ossia la donna non ovula e rimangono bloccate le ovaie, inizia progressivamente le perdita dell'appetito sessuale, fino ad arrivare molte volte a rifiutare il marito. Per la falsa gravidanza la donna all'inizio presenta sintomi propri della gravidanza, dolore al seno, dolori di testa, ecc. però dopo si abitua a questo. L'estrogeno sintetico aumentando genera crescita cellulare anormale e questo origina cancro al seno e all'utero. Nel feto, ovvero, ancora nel ventre materno, il numero dei follicoli è di un milione per ovaio (non appaiono follicoli nuovi dopo la nascita); alla nascita ogni ovaio contiene da 250 a 500 mila follicoli. Alla pubertà ogni ovaio contiene da 100 a 200 mila e ai 40 anni approssimativamente 8.000.
Approssimativamente 400 follicoli maturano durante la vita fertile della donna e gli altri si degenerano in qualche momento del suo sviluppo. Le pillole, iniezioni e impianti nell'atrofizzare le ovaie degenerano una maggiore quantità di follicoli riducono la possibilità di vita, appetito sessuale e si conoscono casi di ragazze che per avere usato iniezioni sono rimaste sterili per tutta la vita.



La donna completa lo sviluppo delle sue ovaie ai 18 anni. Se utilizzano questi anticoncezionali prima di questa età, questo può causare sterilità, utero infantile, e frigidità sessuale. In questi tempi molte ragazze studentesse di scuole superiori utilizzano questi anticoncezionali, hanno "marito", i genitori non sanno assolutamente nulla e si stanno atrofizzando sessualmente.


RU-486 E la pastiglia "del giorno seguente".
Il Dr. Jerome Lejeune, padre della genetica moderna e famoso per la sua "trisonomía del cromosoma 23", ha denominato la RU-486 come il primo pesticida anti umano, perché ha come unica indicazione medica sopprimere una vita già cominciata.
La RU-486 converte la donna nella principale protagonista per quello che riguarda l'uccisione del bambino. È chiamato sistema anticoncezionale d'emergenza e la pillola del giorno dopo, realmente non sono anticoncezionali ma abortivi. Dobbiamo comprendere che la vita inizia esattamente nel momento della fecondazione dell'ovulo e non quando si impianta nell'utero. Quindi la donna che utilizza questo metodo, sta abortendo e deve rispondere davanti alle Leggi di Dio.

.: Dispositivi Intrauterini o anelli (I.U.d,s)
La sua finalità è di produrre un'infiammazione permanente e sterilizzante nell'utero e questo non è corretto, perché finisce la salute della donna.
Durante la mestruazione la pituitaria fa sforzi per espellere questo corpo estraneo, aumentando le contrazioni dell'utero e siccome l'utero è infiammato si originano coliche, emoraggie che producono anemia, debolezza, perdite di cattivo odore, dolore all'utero, pruriti nella vagina, ecc. aumenta del 700% la possibilità di gravidanza extrauterine. Inoltre il dispositivo è abortivo.



Legatura e taglio delle tube.
Al farsi il taglio o la legatura delle tube e arrivano le mestruazioni, l'ovulo che normalmente deve passare per essere fecondato o espulso, non può farlo, questo fa si che aumentino le contrazioni dell'utero. Questo genera coliche, infiammazioni, ingrossamento dell'utero, con emoraggie da 10 a 15 giorni, che obbligano in seguito a togliere l'utero. Quando ad una donna le tagliano o le legano le tube, la sua vita non è più la stessa e il maggior problema è la frigidità sessuale.



.: Pillole e iniezioni per l'uomo.
Non ci spieghiamo come fanno gli scienziati ad affermare che l'uso di pillole ed iniezioni a base di ormoni sintetici, che inibiscono e riducono la produzione di spermatozoi, non hanno nessuna conseguenza. Ben sappiamo che l'ormone sintetico testosterone invia un falso segnale alla ghiandola pituitaria e questa a sua volta blocca la funzione naturale dei testicoli (produzione degli spermatozoi), ed è logico che i testicoli si atrofizzino e si origina una rapida e progressiva IMPOTENZA SESSUALE. Ed anche prendono più forza gli ormoni femminili nell'uomo, per stabilire un equilibrio, questo contribuisce all'omosessualismo

.: Vasectomía e Preservativi.
E È una operazione irreversibile, nella quale l'uomo praticamente rinuncia al suo sesso.
La vasectomía dà origIne a malattie auto-immuni e il maggior problema è l'IMPOTENZA SESSUALE.

EIl problema del preservativo è molto complesso. Si pensò che portando preservativi alle scuole, distribuendoli agli adolescenti e alle lavoratrici sessuali, facendo propaganda alla televisione e promovendo il suo uso sulla stampa, sarebbe finita l'epidemia dell'AIDS. Però questo portò all'aumento indiscriminato delle relazioni sessuali tra adolescenti sempre più giovani. Allora la relazione sessuale come tale, passò da essere un atto d'amore ad uno di piacere. E la nostra società cominciò a perdere i suoi valori. Nella Gnosi lottiamo per il riscatto di questi valori persi, enaltesemos la verginità della donna e il rispetto degli uomini i verso le donne. Non approviamo da nessun punto di vista le relazioni sessuali per mezzi non idonei e in generale, tutte quelle pratiche che impediscono il libero interscambio magnetico elettrico di un uomo e di una donna che si amano, come quando si usa il preservativo.

La nostra campagna conto la propagazione dell'AIDS é basata nella promozione di un cambio di attitudine nei confronti della sessualità all'interno della nostra società.
È un crimine "preservatizzare" le relazioni sessuali, il corretto è trasmutare il sesso passionale in sesso degnificante, sesso con amore. Appoggiamo le ricerche condotte da scienziati onesti che denunciano l'inutilità dei preservativi per prevenire l'AIDS e le gravidanze, secondo i quali il preservativo sbaglia nella prevenzione in un 40% e nella prevenzione dell'AIDS, siccome il virus dell'AIDS (HIV) è 400 volte più piccolo che lo spermatozoo. Sperimenti scientifici eseguiti e divulgati attraverso la stampa internazionale, hanno dimostrato che il virus dell'AIDS attraversa il preservativo sia in cattivo che in buono stato.

.: Sterilità maschile.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità basandosi sullo studio esaustivo, divulgo in un'informazione che nell'anno 1920 l 'uomo disponeva di 300 milioni di spermatozoi per cm 3 , adesso ne produce solo 40 milioni secondo questo l'uomo sta perdendo la sua virilità e seguendo così si arriverà alla sterilizzazione. L'abuso sessuale e la masturbazione, danneggiano la parte sessuale, e creano squilibri nel sistema endocrino. L'uso di tanti alimenti chimici conservati con il glutammato di sodio, il consumo di pollo, pesce, manzo, ecc., alimentati a base di ormoni sintetici che stimolano la crescita di cellule femminili, stimola l'ingrassamento dell'animale, ma che generano una crescita cellulare disordinata , stimola il cancro e l'effemminamento negli uomini. Tutto questo ha portato gradualmente l'uomo a perdere la sua virilità.

La scienza GNOSTICA e il CENTRO ANAEL dispongono di procedimenti che permettono di aumentare il numero di milioni di spermatozoi per centimetro cubico.

.: Il nostro punto di vista.
Ginecologi famosi in tutto il mondo hanno avuto il coraggio di denunciare l'effetto secondario disastroso dei metodi anticoncezionali. L'eminente medico inglese Dott. F.J. Mac. CANN, ginecologo in 2 dei più grandi ospedali di Londra ed autore delle seguenti opere: "i pericoli dei metodi anticoncezionali",, " anticoncezione: una causa comune di malattia". "effetti dell'uso degli anticoncezionali negli organi genitali femminili", affermò: "Tutti i metodi anticoncezionali sono dannosi per la donna".
Anche la federazione Mondiale dei Medici con sede in Belgio, diretta dal Dott. K.F. GUNNING e confermata da più di 300.000 medici in tutto il mondo, tra questi il famoso Dott. JEROME LEJEUNE che è professore di Genetica Fondamentale all'Università di Parigi, denuncia gli effetti degli anticoncezionali in numerosi, conferenze nelle università, ecc., ecc. uno dei membri della Federazione, scrisse il libro: "il controllo della natalità. Perché mentono alle donne?" di ampia diffusione in tutto il mondo.

La Terapia Ormonale di Sostituzione (TRH) è un fallimento...
L'informazione scientifica ufficiale fu pubblicata sulla rivista "Journal of the American Medical Association".
Studio finanziato dal Governo degli Stati Uniti, dimostra che la terapia congiunta di estrogeno e progestinico assunto per alcuni anni, aumenta il rischio di sviluppare problemi cardiovascolari potenzialmente mortali e cancro alla mammella invasivo Tra gli altri.
"E' stato il cambio più drastico nella medicina" espresse la Dottoressa Joann Manson e aggiunse: ", la terapia ormonale da essere una norma, adesso è rifiutata".
Gli scienziati si erano resi conto che la Terapia Unica con Estrogeni aumentava paurosamente le probabilità che una donna sviluppasse il cancro all'utero e per questo alla terapia si aggiunse progesteroni e fu quando si arrivò al grande fallimento.
I medici dicono che il messaggio è chiaro: non prendete ormoni per prevenire malattie dell'invecchiamento.
Il Centro Anael aveva già denunciato al mondo, fu molti anni fa, le conseguenze degli estrogeni sintetici e la terapia ormonale, e la scienza ha confermato la nostra denuncia.


http://www.anael.org/italiano/anticoncezionali/index.htm

METODO OGINO-KNAUS

Le FAQ: Metodi Anticoncezionali Naturali
Ogino



Newsgroups : it.sesso.discussioni
Subject : Metodo Ogino-Knaus
From : "ERIC DRAVEN"
Date : Mon, 9 Mar 1998 07:48:04 +0100



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È un metodo anticoncezionale naturale, che consiste nel non avere rapporti sessuali completi nei giorni fecondi. Ma riuscire ad individuare quali sono i giorni fecondi, così da poter avere rapporti sessuali sicuri in tutti gli altri, è molto difficile. Per una donna il cui ciclo mestruale è regolarmente di 28 giorni, il periodo "pericoloso" è compreso tra il 7° ed il 18° giorno del ciclo. Infatti la mestruazione avviene circa al 14° giorno dopo l'ovulazione. L' ovulo vive dalle 12 alle 24 ore, mentre gli spermatozoi possono mantenere, all' interno dell' utero, la loro capacità fecondante per 3-4 giorni. Calcolando tutto ciò, considerando appunto un ciclo di 28 giorni, si ottiene il periodo "pericoloso", che è stato indicato dal 7° al 18° giorno. Ma il metodo Ogino-Knaus ha grandi limiti: molte donne, infatti, non hanno mestruazioni regolari; è quindi molto difficile, quasi impossibile, identificare con certezza i periodi nei quali si possono o non si possono avere rapporti. Inoltre l' ovulazione, anche in una donna dal ciclo perfettamente regolare, può subire improvvisamente ritardi o anticipi dopo uno stress, malattie, affaticamenti, emozioni. Soprattutto le ragazze giovani sono soggette a irregolarità mestruali. È chiaro, quindi, che il metodo Ogino-Knaus è poco sicuro, poco affidabile e senz' altro sconsigliabile.



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I metodi anticoncezionali naturali - Il metodo Ogino-Knaus

In pratica: dopo aver registrato il ciclo per almeno un anno, applicare la formula:
Ciclo più corto - 18
Ciclo più lungo - 11

Facciamo un esempio. Se il ciclo più lungo è stato di 36 giorni, e il più corto di 27, avremo:
27 - 18 = 9 36 - 18 = 18

Quindi non si dovranno avere rapporti sessuali non protetti dal 9° giorno al 18° giorno (entrambi compresi).
Esempio ulteriore, se il ciclo inizia il 5 del mese, il periodo a rischio secondo i calcoli va dal 13 del mese al 22.


http://isd.olografix.org/faq/faq_ogino.htm